mercoledì 7 agosto 2013

Non abbiate pietà!

Oggi tenterò di conciliare il mio persistente desiderio di gettare al di fuori del mio intelletto ciò che più mi aggrada con l'accidia che nella giornata di oggi mi attanaglia più del solito; ma rendiamo grazie ai moti della Ragione che non si usurano e non si stancano mai di muovere i nostri pensieri.
Oggi voglio condividere con voi un estratto del "testo" (non oso definirlo né libro né racconto né romanzo, giacché trattasi di una bozza che vedrà il sole con le stesse probabilità con cui non lo vedrà mai) in fase di stesura già da un anno, mio specchio introspettivo sulle mie considerazioni degli elementi accidentali del Creato. Che pensare dunque de Pietade?

La pietà è la più inutile delle Virtù in cui ci si possa imbattere: in un mondo dove la legge del più forte domina sovrana, non c’è posto per la virtù, ed il solo sperare ed invocare l’applicazione di essa ti fa cadere in un fallo tale da renderti ancor più indegno di riceverla. E che dire in un mondo regolato e sottoposto ai limiti della legge? Coloro che propongono ed approvano le leggi restano comunque esseri umani figli della Natura, coi propri interessi da difendere e proposte sfavorevoli da insabbiare, e quanti più saranno agevolati dalla riforma, tanto maggiore sarà la probabilità che essa venga adottata… anziché la legge del più forte, ivi domina la legge dei più forti.

Difficile essere il giudice di se stessi, ma mi illudo che i concetti siano concepibili come veritieri e, seppur spietati, condotti dalla Ragione.
La pietà in un mondo egoista per natura è come l'agnello nel branco di lupe affamate, è come il pesce che non è riuscito a sfuggire alla marea e si ritrova così a boccheggiare sulla spiaggia e prossimo ormai alla morte; inesorabilmente calpestata, derisa e flagellata, in guisa del Cristo sulla colonna del Praetorium.
A che obiettivo mirate persistendo a fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi? Non potete neanche pensare di intromettervi nei pensieri e nelle intenzioni di chi vi trovate di fronte (già l'introspezione è una guerra che di sé è arduo condurre, se proviamo addirittura ad avventurarci nell'estrospezione, o abbiamo molto tempo da perdere o poco cervello da applicare.
Mirate al seggio nel "Regno dei Cieli"? Mirate a sfuggire al ghiaccio di Cocito od alle fiamme di Dite? Per dovervi poi pentire di aver vissuto secondo chimere e non secondo voi stessi?
L'avviso che voglio donarvi oggi è: vivete per voi stessi, dedicate il vostro tempo a ciò che vi rende più soddisfatti e legati alla vostra vita, non sprecate tempo per quelle "comparse" destinate a comparire per poi svanire come un fuoco pirotecnico. Sic et simpliciter, non abbiate pietà.

A. G.

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