lunedì 13 maggio 2013

Amare la Natura senza dominarla. Falsa speranza o celata illusione?

Quest'oggi, al telegiornale, ho sentito l'inciso che fa da titolo all'odierno intervento, e continuo a rimuginarci così tanto che era inesorabile che divenisse oggetto della mia odierna dissertazione.
Sono assai stupito, e non nascondo una risata colma di pietà per coloro che ancora vivono in questa sciocca illusione.
Dunque l'essere umano sogna ancora di dominare ciò che ha dato origine alla sua stessa essenza? Sarebbe come se il neonato uscisse dalla culla per poi farci entrare la madre e cullarla inscenando un curioso scambio di ruoli. La Natura è tale perché così Ella ha stabilito, così come ha stabilito i privilegi da assegnare alla razza umana dotandoli di una razionalità superiore e concedendogli ogni mezzo per far sì che essa si ergesse a vetta della gerarchia.
E l'uomo come ripaga questa Madre che lascia crescere i propri figli in piena libertà, lasciandogli quanto ha creato come grande parco giochi da gestire come più sarebbe stato opportuno? Eccolo ergersi a demiurgo iperuranico, che plasma la Terra in maniera talmente abile e disinvolta che lui stesso si sta convincendo di essere lui stesso la fonte di tutto ciò. E sembra dimenticarsi che senza quelle mani, senza quelle idee, senza quella ragione, senza quegli aneliti di superiorità introdotti dalla Natura, avrebbe avuto le medesime idee che possono intasare le cervella di un verme strisciante.
L'uomo gioca sulla sua onnipresenza e sulle sue capacità di giocare col mondo a proprio piacimento, ma forse qualche volta cede il passo a chi di dovere, stimolando all'amore per la Natura.
Amore? La Natura né si ama né si odia, è parte inscindibile del nostro esistere: è la forza fisica che ci attrae al suolo, è l'atomo di ossigeno che ci permette di sopravvivere, è la fibra di legno più pregiata del tavolo su cui consumiamo i nostri pasti, è la piuma più morbida del nostro cuscino.
La Natura non è da amare, è da rivelare agli occhi dei superbi.

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